STEFANO SCAGLIOLA
UNTITLED_ 9 maggio ore 18,30
La ricerca artistica di Stefano Scagliola si basa sulla volontà di analizzare le pulsioni e il desiderio. Attraverso l’ uso di immagini cariche di significati personali essa si concentra soprattutto su una ricostruzione consapevole di sé, soprattutto in seguito a momenti di passione amorosa, fisica.
Il cibo inoltre accompagna costantemente i suoi lavori: sempre carico di significati sinestetici esso diventa il mezzo a lui più vicino ed efficace per raccontare gli aspetti più intimi del proprio essere,
dando vita a contesti surreali e un po’ kitsch.
L’Officina ospiterà l’installazione UNTITLED del 2018, un’opera costituita da una scultura in gomma, resina e peli accompagnata da una serie di piccoli disegni.
Nell’opera emerge la consapevolezza dell’artista di fare qualcosa di “sbagliato”, che si discosti da ciò che dovrebbe far parte di una predisposizione sociale della sessualità, l’intaccamento di una dimensione giocosa vengono raccontati da una serie di immagini raccolte in questa piccola scena.
Le due figure femminili della composizione sono eroine del gruppo di protagoniste del manga ed anime giapponese Sailor Moon.
Queste piccole teste sono qui elevate a icone, oggetti che descrivono una particolare condizione di crescita personale; esse oltre a rappresentare due aspetti della personalità di Stefano Scagliola
coincidono con una dimensione infantile nella quale era discutibile la traccia del femminile, del divertimento “non da maschi”, risultando dunque elementi problematici. Le pesche sciroppate
secondo sue sinestesie simboleggiano invece la dimensione amorosa, la dolcezza e la freschezza di qualcosa di tenero,qui intaccati da peli che rendono l’alimento una sorta di strana creatura surreale e di difficile interpretazione.
Ciò che risultava naturale ed innocente per l’artista non lo era per altri contesti sociali e la sua normalità si era trasformata nel dubbio di non essere riconosciuto e accettato.
La ricerca artistica di Stefano Scagliola si basa sulla volontà di analizzare le pulsioni e il desiderio. Attraverso l’ uso di immagini cariche di significati personali essa si concentra soprattutto su una ricostruzione consapevole di sé, soprattutto in seguito a momenti di passione amorosa, fisica.
Il cibo inoltre accompagna costantemente i suoi lavori: sempre carico di significati sinestetici esso diventa il mezzo a lui più vicino ed efficace per raccontare gli aspetti più intimi del proprio essere, dando vita a contesti surreali e un po’ kitsch.
L’Officina ospiterà l’installazione UNTITLED del 2018, un’opera costituita da una scultura in gomma, resina e peli accompaganta da una serie di piccoli disegni.
Nell’opera emerge la consapevolezza dell’artista di fare qualcosa di “sbagliato”, che si discosti da ciò che dovrebbe far parte di una predisposizione sociale della sessualità, l’intaccamento di una dimensione giocosa vengono raccontati da una serie di immagini raccolte in questa piccola scena.
Le due figure femminili della composizione sono eroine del gruppo di protagoniste del manga ed anime giapponese Sailor Moon.
Queste piccole teste sono qui elevate a icone, oggetti che descrivono una particolare condizione di crescita personale; esse oltre a rappresentare due aspetti della personalità di Stefano Scagliola coincidono con una dimensione infantile nella quale era discutibile la traccia del femminile, del divertimento “non da maschi”, risultando dunque elementi problematici. Le pesche sciroppate secondo sue sinestesie simboleggiano invece la dimensione amorosa, la dolcezza e la freschezza di qualcosa di tenero, qui intaccati da peli che rendono l’alimento una sorta di strana creatura surreale e di difficile interpretazione.
Ciò che risultava naturale ed innocente per l’artista non lo era per altri contesti sociali e la sua normalità si era trasformata nel dubbio di non essere riconosciuto e accettato.